mercoledì 11 aprile 2012

Corsi e ricorsi: piccolo manuale di fantapolitica.


Gli storici chiamano gli anni che corsero tra il 2012 (per l'esattezza dal 5 maggio) e le deliberazioni giuridiche del cosiddetto V day, precisamente il 26 ottobre 2013 (data dello scioglimento delle Camere e della proclamazione della definitiva destituzione dei poteri forti, con il nome di Rivoluzione Italiana.
Ebbe inizio a Susa e, attraverso alterne e drammatiche vicende, il movimento di popolo che si originò riuscì a far crollare in Italia il regime di gerontocrazia assoluta, ma creò soprattutto i presupposti per la costituzione Europea e la nazionalizzazione della BCE.
Le cause che determinarono la Rivoluzione Italiana sorsero da problemi gravissimi e molteplici di natura politica, sociale ed economica e furono essenzialmente determinate dall'assolutismo della politica italiana. Invece di assecondare il grande movimento degli indignati degli anni precedenti, che auspicava una regolamentazione della finanaza accompagnata da una visione più libertaria e meno coercitiva della società, la politica italiana si mostrò insensibile ed inerte di fronte alle innovazioni auspicate dai cittadini. In precedenza i Partiti avevano dichiarato di essere loro stessi lo stato , ed avevano creato un enorme debito pubblico che aveva trascinato tutto il paese quasi alla bancarotta. Inoltre la pubblica amministrazione era ricorsa a troppi strumenti di finanza “tossica” dall'esito catastrofico e, attraverso questi, a un deflusso di risorse economiche e di risorse umane, ovvero della forza lavoro di un'intera generazione.
Il penultimo capo di governo aveva continuato lo sperpero dissennato del denaro pubblico e il suo successore, durante il cui governo iniziò la Rivoluzione, si mostrò totalmente privo di intuito politico e psicologicamente dominato dai poteri forti della finanza per cultura (era un ammiratore dei chicago boys e idolatrava Friedman), per ambizione e per ostentata “sobrietà” e si dimostrò costantemente incapace di cogliere i segnali di rinnovamento necessari per sostituire al sistema capitalistico, basato sul profitto monetario individuale, un sistema di libera condivisione e salvaguardia delle risorse planetarie che ponesse il benessere delle persone come fine unico del progresso della conoscenza.
Le cause della Rivoluzione furono motivate principalmente dalla divisione forzata del popolo italiano in quattro classi sociali: padroni, clero, politici e popolo , delle quali le prime due erano le privilegiate, la terza asservita alle prime due e il popolo (quarto stato) ridotto allo stato di sudditanza.
I padroni per quanto non esercitassero più apertamente prerogative sovrane, conservavano molti privilegi economici e, per quanto costituissero una netta minoranza, possedevano una buona parte della ricchezza nazionale.
Il clero godeva anch'esso di molti privilegi ed essendo parimenti una esigua minoranza, era ricco e potente.
La classe politica era in larga parte corrotta, asservita e dedita a soddisfare i proprii bassi istinti.
Il quarto stato era costituito dalla grande maggioranza del popolo, e, per quanto fosse l'asse portante della società e dell'economia nazionale, doveva sopportare il peso delle imposte ed era stato escluso dal governo dello stato.
I motivi scatenanti della rivoluzione possono essere ricercati nella incombente miseria in cui stava scivolando la popolazione e nella rovina finanziaria dello stato. La povertà era tale che in Italia, all' inizio del XXI secolo, si contavano milioni di disoccupati. L'indigenza era avvertita sia nel sud del paese, dove la popolazione era dominata da poche cosche di banditi che approfittavano dell'assenza di un vero stato democratico e come conseguenza era in atto una fortissima dispersione delle ricchezze potenziali, sia nel nord industrializzato, dove la piccola e media industria veniva soffocata per favorire gli interessi della più forte industria franco-tedesca. Inoltre, per favorire gli interessi delle potenti multinazionali, veniva smantellata e svenduta la florida industria nazionale.
A questa situazione si aggiunsero i frequentissimi scandali i quali, proprio negli anni precedenti la Rivoluzione, crearono in tutto il territorio migliaia e migliaia di indignati, di affamati e di grassatori. Inoltre la rovina finanziaria dello stato, provocata principalmente dai dissennati sperperi degli ultimi governi, allo scoppio della rivolta era tale che il continuo aumento delle imposte non copriva nemmeno gli interessi del debito pubblico. Fu principalmente la rovina finanziaria dello stato e l' insipienza di una classe politica corrotta che costituì la causa immediata delle Rivoluzione.
Tutto iniziò quando, dopo i primi tentativi di riforma, richiesti dal quarto stato attraverso i referendum e resi vani dall'ostilità dei politici, fu nominato a controllore delle finanze un “pool” di economisti di scuola liberista che in luogo di difendere gli interessi della popolazione favorì l'utilizzo, da parte delle potenti finanziarie mondiali, di tecniche di terrorismo economico, come
l'oscillazione dello spred, finalizzate all'annichilimento della volontà delle persone.



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