domenica 12 ottobre 2014

Allora, vediamo di capirci qualcosa.


  1. Se uno stato ha sovranità monetaria, significa che emette la propria moneta e non la fa emettere a una banca di proprietà privata ma a una di proprietà pubblica e cioè dello stato.
  2. Se uno stato da questa moneta in cambio dei servizi alla e della popolazione quei soldi rimangono fra di noi e noi siamo lo stato, questo significa che in un sistema chiuso nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma e, sopratutto, non si crea debito; certo rimane l'entropia (che comunque non è debito) ma quella, come in natura, è inevitabile.
  3. Il debito dello stato consite nella differenza tra la moneta emessa e quella ritirata è rappresenta l'esatto ammontare di quella in tasca alla popolazione meno l'entropia (che corrisponde a tutto quel circolante che per varie ragioni – deterioramento smarrimento ecc. sparisce letteralmente dalla circolazione ) ma purtroppo è mal distribuita e non rappresenta i valori da essa creati nel suo vortice economico.
  4. Ora perchè il “debito pubblico” essendo una partita di giro è diventato un onere che pesa su tutta la popolazione ma non con lo stesso criterio di spartizione con cui gli individui di quella popolazione hanno fruito della moneta posta in circolo dallo stato? Posto 1000 il monte di moneta chi ha avuto 1 risponderà per 1, chi ha avuto 100 per cento dovrà rispondere. In parole semplici: una bella patrimoniale dovuta perchè classi dirigenti sprovvedute hanno accettato regole che ci impongono di rientrare di parte del debito pubblico (che, ribadisco, è una pura partita di giro) incuranti e non ignari dei danni sociali ed economici che una manovra del genere avrebbe portato con se.
  5. Qualunque individuo che abbia provato a fare impresa, piccola o grande che sia, sa benissimo che senza investimenti non si va avanti ovvero per aumentare il fatturato di 100 devi investirne almeno 20 di moneta nuova; così succede anche allo stato che se non emette nuova moneta non cresce, si ferma.
  6. E allora che fare? Molto semplice da dire, un po' meno da fare: una bella patrimoniale del peso di 500/600 miliardi di Euro a carico di chi li detiene.
  7. Ci sono senz'altro altre strade, una potrebbe essere il ridimensionamento progressivo della spesa pubblica, ma questo peserebbe in modo iniquo fra la popolazione e non con il criterio di equità di cui sopra ed inoltre è una manovra che richiederebbe il giusto tempo di attuazione per evitare danni sia sociali che economici. Si potrebbe disobbedire ai trattati europei presentando un piano di rientro quarantennale, finanziato dalla BCE a tasso prossimo allo zero, come unica opzione per rimanere nell'UE e magari anche nel blocco occidentale.
  8. Si potrebbe modificare i trattati Europei e rendere pubblica la BCE di modo che l'Europa funzioni come uno stato sovrano e questo riporterebbe il debito pubblico alla sua giusta collocazione di partita di giro e la moneta riacquisterebbe la sua funzione di strumento economico senza dimenticare che da questa Europa dev'essere bandita la Finanza speculativa.
  9. Ma tutto questo perchè? Per rimanere assieme agli altri del blocco occidentale e continuare ad affamare e distruggere intere popolazioni oltre a  questo nostro mondo? Ci sono altre realtà a cui guardare con interesse e cambiare ogni tanto non credo sia il male assoluto. Gli stati del mondo si stanno dando nuovi assetti strategici dai Brics ai tentativi USA di legare al proprio destino intere nazioni attraverso trattati come il TTIP con l'Europa e il NAFTA con Messico e Canada, quest'ultimo già operante e portatore di sventura. C'è poi tutto il medio oriente - attualmente teatro di lotte fratricide pagate e fomentate dai potentati mondiali che intendono spartirselo come già è stato fatto con l'Iraq, favorendo la salita al potere locale di dittatori che prima o poi saranno loro stessi a far fuori o peggio gli sfuggiranno di mano, come ad esempio l'ISIS, e che comunque verranno riclicati ad uso di politiche di shock economy - che potrebbe riuscire a costituirsi in blocco e sarebbe bene lo facessero prima che il petrolio sia definitivamente abbandonato sia come fonte di energia che come produzione di derivati, quasi sempre tossici e/o non biodegradabili in tempi brevi; per questi ultimi ci sono fonti del tutto naturali. Ci sono l'Africa, la Cina, insomma non c'è che da scegliere senza dimenticare che si può anche essere uno stato o un comune libero.  http://it.wikipedia.org/wiki/Marinaleda.

Non è vero che bisogna produrre di più o meglio, bisogna che ciascuno produca per quello che può al meglio di se stesso e nella misura socialmente utile.  Ed infine non è l'economia che ci guida, semmai siamo noi che dovremmo condurla.

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